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Programma formazione Windhorse all’ascolto e alla Basic Attendance

I temi delle giornate del percorso sono in parte tratti dalle skills della Basic Attendance  e in parte da temi che ci sono apparsi nodali durante l’esperienza vissuta come Basic Attender nei progetti Windhorse. Le giornate fungono da spunti per stimolare la curiosità e l’abbandono di pre-giudizi e aspettative che, se presenti, non permettono un incontro reale, radicato nel luogo e nel momento in cui avviene. Questo atteggiamento andrà sviluppandosi e diventerà attitudine per tutti gli incontri che seguiranno. Durante la formazione, durante i turni e , secondo noi auspicabilmente, nella vita dei partecipanti.

L’INCONTRO: aspetto imprescindibile per qualunque relazione, viene esplorato nella prima giornata, partendo da un ascolto di sé, per poi aprirsi all’incontro con l’ambiente e con gli altri. 

LA PESANTEZZA: non tutti i giorni sono uguali. Non tutti i giorni siamo uguali. Ci sono giornate in cui vivere è più faticoso, e la metafora della pesantezza ci è parsa adatta a rappresentare questo aspetto della vita. L’esperienza fisica con vari tipi di pesi permette di “dare corpo alla metafora” sperimentando fisicamente le diverse strategie che più o meno consapevolmente adottiamo con le nostre “pesantezze”.

UN NON PROGRAMMA: l’esperienza del “qui e ora” è centrale nella visione buddista: l’unico istante che possiamo davvero vivere è l’adesso. Ne siamo capaci? Siamo in grado di abbandonare i piani e i programmi che abbiamo fatto per ascoltare davvero il presente che stiamo vivendo con le persone presenti con noi in quel momento? Il terzo incontro è dedicato a questo tema.

LASCIAR ESSERE: strettamente collegato al non programma, è il tema del “lasciar essere”, una delle caratteristiche della B.A. Stare accanto a qualcuno che soffre non significa fare al suo posto, né guidarlo dove noi pensiamo sarebbe meglio per lui o lei. Significa “assistere con dolcezza e presenza”, essere là quando e come sia necessario, senza impedire o ostacolare l’esperienza che la persona che “assistiamo” sta vivendo. Senza impedire che il modo per superare un ostacolo sbocci dalla persona che lo sta affrontando con i suoi tempi e i suoi modi. Se lasciamo aperta questa possibilità, forse ci vorrà un po’ più di tempo, ma se la persona avrà imparato a trovare un suo modo per superare un ostacolo, molto probabilmente sarà in grado di ripetere l’esperienza adattandola ad altre situazioni, e avrà rafforzato la fiducia nelle proprie capacità.

SPERIMENTARE IL TURNO

A Boulder, dove tutto è cominciato, i membri delle equipe si scambiavano la Basic Attendance. E’ un modo per fare esperienza di questa pratica di “uno stare accanto che cura”. Durante il quinto incontro si potrà sperimentare cosa significa dare e ricevere Basic Attendance. Per scoprire magari è più difficile essere assistiti che “assistere””, e che non è così scontato saper riconoscere i propri bisogni senza nascondersi dietro quelli degli altri

MEDITAZIONE

La sesta giornata è dedicata alla meditazione di consapevolezza (mindfulness). La pratica offre un effetto generale di radicamento e permette di cominciare a notare qualunque cosa possa accadere nel nostro corpo, nella nostra mente e nelle nostre emozioni. Questo modo di “essere presenti” sottende e attraversa tutti gli aspetti dell’approccio Windhorse, che ha come presupposto il principio che tutte le persone sono fondamentalmente sane e inclini a tornare alla salute e all’equilibrio quando siano presenti le giuste condizioni. La pratica della meditazione può diventare una via per “tornare a casa” e ricontattare quel nucleo di salute innata, partendo dall’ascolto del corpo e del respiro. Obiettivo della giornata è offrire l’esperienza di qualche assaggio di questa possibilità.