Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website

Accogliere in sè

Quando si assiste al dolore di un uomo che se ne sta chiuso nella sua camera, nella mente del terapeuta o di chiunque altro si trovi al suo posto si alza quasi per riflesso una barriera di pensieri (…) ma è una barriera instabile: è naturale che crolli e che ci si identifichi con il dolore dell’altro.

Il guaio è che questa barriera tra malato e non malato impedisce un’autentica esperienza di empatia. Possiamo avere l’impressione che il nostro cuore sia chiuso al paziente, avvertire in sua presenza una leggera freddezza  o una certa insensibilità corporea o sentirci in qualche modo impenetrabili. (…)

In questo tipo di apertura a un’altra persona non c’è nulla di magico o patologico. Essa rientra nelle nostre risorse naturali attraverso le quali abbiamo esperienze in cui ci sentiamo uniti all’ambiente in cui non ce ne stacchiamo come esseri separati e diversi. (…)

Tratto da
La seduzione della pazzia
di Edward M. Podvoll
Casa Editrice Astrolabio 1992